Deloitte ha pubblicato la nuova Annual Review of Football Finance e c'è un dato che ha catturato subito l'attenzione. La Serie A italiana ha terminato la stagione 2023/2024 con 2,9 miliardi di euro di ricavi. Sembra tanto, sì, ma non è nulla in confronto alla Premier League che è arrivata a 6,3 miliardi di sterline, cioè circa 7,4 miliardi di euro. È chiaro che il divario è ancora molto ampio e si riflette sulle infrastrutture, sulle scommesse calcio e anche sulle possibilità di crescita dei club.

Come sono stati i ricavi 2023/2024

I 2,9 miliardi incassati dai club italiani arrivano principalmente dai diritti televisivi (52%). Il resto, invece, arriva dalle sponsorizzazioni (34%) e dal botteghino (14%). L'aumento annuo è stato limitato al +2%. Sul fronte opposto, i 6,3 miliardi di sterline garantiti alle società di Premier consolidano la supremazia inglese. L'aumento è sostenuto da un balzo del commerciale oltre quota 2 miliardi di sterline e da degli stadi che sono costantemente sold out. La sproporzione è ancora più evidente se consideriamo il valore unitario. Un club di Premier genera in media 315 milioni di euro, contro i 145 milioni di una squadra di Serie A. Il diverso mix di ricavi si riflette anche nel rapporto salari/fatturato: 64% in Inghilterra, 68% in Italia.

Le ragioni del divario economico

Il primo elemento è televisivo. A dicembre 2023 la Premier ha chiuso il rinnovo domestico 2025-29 per 6,7miliardi di sterline, con un aumento del 4% rispetto al ciclo precedente. La Serie A, invece, ha mantenuto inalterato il proprio accordo quinquennale da 930 milioni a stagione con DAZN e Sky. Il distacco nei diritti internazionali è ancora più netto. La lega inglese in cassa più di 1,4 miliardi l'anno dall'estero, più di sei volte l'equivalente italiano. Sul versante commerciale, i club di Premier sfruttano gli stadi di nuova generazione, mentre in Italia solo la Juventus, l'Udinese e pochi altri club possiedono un impianto di proprietà. Poi, c'è anche la gestione dei costi. Grazie a una crescita più decisa dei ricavi, la Premier ha potuto ridurre il rapporto salari/fatturato senza sacrificare la competitività in campo. La Serie A, invece, resta compressa tra l 'esigenza di spendere tanto negli ingaggi per attirare i talenti e la progressione più lenta dei ricavi totali. Quindi, c'è una minore capacità d'investimento nelle tecnologie e nel marketing.

Quali sono le sfide per il campionato italiano

Il 2025 si annuncia come un anno fondamentale. A Milano l'iter per un nuovo impianto destinato all'Inter e al Milan entra nella fase decisiva, mentre la Roma e il Napoli lavorano a dei progetti simili che potrebbero incrementare il match-day revenue del 25% entro il 2030. Oltre a questo, i canali digitali potrebbero generare delle nuove entrate dai contenuti premium e dalle partnership globali, questo potrebbe avvicinare il campionato a un'audience internazionale più giovane. Un altro fronte competitivo riguarda le quote serie a proposte dai principali operatori di betting. È chiaro che se aumentano i livelli di liquidità c'è anche la possibilità che il torneo venga visto di più anche sui mercati esteri. Di conseguenza, è possibile attirare degli sponsor non tradizionali che provengono dal settore dei servizi finanziari e delle tecnologie di pagamento.

Sezione: News / Data: Mar 17 giugno 2025 alle 21:30
Autore: Redazione TuttoBari
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